Collana "Ricerca e storia"
isbn: 978-88-89876-19-0
pp. 184
Formato cm. 10,5 x 18
Rainer Barbieri (Palermo 1949), è professore di genetica presso l’Università degli Studi di Palermo e dirige un gruppo di ricerca che si occupa principalmente di biotecnologie. Da quasi quarant’anni si interessa di tutti gli aspetti che riguardano il trottatore e la storia dell’evoluzione di questa razza.
È luogo comune nel nostro sport bollare tutta una generazione di mediocrità quando il Derby viene vinto da una femmina. Abbia o non abbia riscontro nella realtà questo luogo comune, è la storia dell’ippica stessa a insegnarci che fulgidi esempi di rappresentanti del “sesso debole” hanno spesso lasciato un segno più luminoso di quello lasciato dai maschi. E questo è tanto più vero quando risaliamo nel tempo alle radici del nostro sport. Basti dire che il primo trottatore ad infrangere il “muro” dei 2:30 sul miglio fu una femmina, Lady Suffolk. Ma anche il primo trottatore in 2:20 fu una femmina, Flora Temple, ed anche il primo trottatore in 2.10, Maud S.. E che dire del fatto che nel 1871, quando fu per la prima volta presentato il registro dello standard, cioè di tutti i cavalli che avevano fino a quel momento trottato il miglio in 2:30, dei cinque soggetti che risultavano con record migliore di 2:20 tutti, tranne il leggendario Dexter, erano femmine? E che dire di Lou Dillon, primo trottatore a infrangere il muro dei “due minuti” con un incredibile 1:581/2 realizzato nel lontanissimo 1903? Delle più grandi di queste virago a quattro zampe intendo raccontare le storie, partendo da un territorio, quello nord-americano, dove il nostro sport ha avuto origine e si è sviluppato parallelamente alle necessità dell’uomo e ne ha seguito, come vedremo, la storia e i costumi.
Dal Preambolo.