Collana "Acheni - Tradizioni popolari"
isbn: 978-88-89876-30-5
pp. 112
Formato cm. 8,5 x 12
Il Signor Antonio Colonna consegna alla pagina una firma gentile, ben ordinata sul piano dello spazio; in più traccia nome e cognome ornati da una serie di arzigogoli tipici della scrittura di fine Ottocento, con un inchiostro di color violetto pallido, percorso da lievi tracce sbiadite. Si penserebbe ad una superficie vergata da mano femminile, se non sapessimo, dalla firma in frontespizio, che si tratta di un giovine o d’un uomo maturo sostenuto dalla volontà, e, forse, da un cuore sentimentale. Girando il foglio troviamo con sorpresa un timbro d’epoca, dello stesso colore dell’inchiostro precedente; esso ci restituisce il volto del proprietario del volume. Appare in tal modo la faccia d’un omone deciso, con baffi affusolati come in sottili barbigli tirati all’insù, ciglia folte e rigorose basette. Il signor Antonio (lo nominiamo confidenzialmente, quasi animati da quella benevola disposizione che si prova per un amico ritrovato) ha segnato, a matita, vari paragrafi del volume, quelli, probabilmente, che lo hanno particolarmente interessato o che voleva fissare nella memoria: dalle “Ninni o canzuni di la naga” agli “Indovinelli” ai “Canti fanciulleschi” alle “Arie” fino ai “Canti religiosi e morali”. Teneva, di certo, all’appartenenza del testo a lui prezioso, firmato dal demopsicologo e medico palermitano Giuseppe Pitré, e, in particolare, a quella specifica stesura (in due volumi) dei suoi Canti popolari siciliani (Palermo 1870-1871). Canti abbondantemente illustrati dal paziente ricercatore e preceduti da un chiarificatore studio critico; studî inseriti, dall’editore Luigi Pedone-Lauriel, nella vasta “Biblioteca delle Tradizioni Popolari Siciliane” e nella quale fa precedere un supplemento alla “Bibliografia dei canti popolari d’Italia” in cui appaiono elencate le firme di studiosi di vaglia: da Domenico Comparetti a Salvatore Salomone-Marino, da Alessandro D’Ancona a Martin Schneekloth, da Giuseppe Bellucci a Ettore Righi. È, in un certo senso, il signor Colonna a guidarci, così come è lo studioso Giuseppe Marchese a ridisegnare per tutti noi quel percorso di “Ninne nanne e filastrocche giulianesi”, “Scioglilingua e indovinelli”, “Canzonette e Giochi infantili” il tutto incluso nel segno di Sutta un pedi di piriddu. E quella ‘poesia del luogo’, cui fa cenno Giuseppe in introduzione al saggio sulle tradizioni di questo magnifico territorio, innervata e traslata sul piano della esigenza moderna, o, come in questo caso, dettata dall’occasione di un evento famigliare, a ripresentare eco di fonemi, parole, spirito popolare partecipe alla dimensione pedagogica e biologica della nascita, del gioco, della ritualità devota, immersi nella amorevolezza e nella cura dell’infanzia, nella componente ludica e paremiologica fino alle vertenze gastronomiche, al succo intimo d’un vivere quotidiano ancora fortemente legato alla civiltà agropastorale. Su tutto aleggia un intenerimento, una sorta di velo cromatico che sa di biancomangiare, di ‘diavolina’ (confettini multicolori), di cannella e frutti, di ghirlande e fanciulli, all’insegna di un Dio bambino adagiato, nudo, sotto la fragranza di un albero di pere, in attesa che il nuovo arrivato, a cui si racconta di questa semplice istoria, possa incontrare il drappo di un acquietante e lieve addormentamento.
[Aldo Gerbino]
Antonino Giuseppe Marchese,
medico e letterato (Giuliana, Palermo, 1949), ha al suo attivo oltre quaranta pubblicazioni, edite in gran parte dalla Ila-Palma, con particolare attenzione agli studi sulla civiltà figurativa siciliana tra Rinascimento, Maniera e Barocco; sulle tradizioni popolari dei centri del Corleonese; sulla storia della medicina in Sicilia dell’età moderna e contemporanea.
Tra le sue pubblicazioni più recenti si ricordano: La Chiesa Madre di Bisacquino. Artisti, maestranze e committenze dal Cinquecento al Settecento (2008, con prefazione di Piero Longo); Antonino Ferraro e la statuaria lignea del ’500 a Corleone (2009, con prefazione di Aldo Gerbino); Insula. Frammenti di cultura siciliana (2009, con prefazione di Tommaso Romano); Giovanni Filippo Ingrassia (2010, edito dall’editore Flaccovio nella collana “Siciliani” diretta da Giuseppe Carlo Marino); nonché la cura del volume collettaneo La Quarta Età tra Umanesimo letterario e Biomedicina. Indagine sulla longevità nei Monti Sicani (2011, col patrocinio del Rotary International, Club di Sciacca).