Collana "Cultura in Ateneo"
A cura di Aldo Gerbino.
Coordinamento Valerio Agnesi.
isbn 978-88-89876-20-6
pp. 256
Formato cm. 21,5 x 27,5
Il Sistema Museale d'Ateneo dell'Università degli Studi di Palermo va inteso come parte di quel palinsesto dinamico, culturale e antropologico, che si estende e abbraccia il Complesso monumentale dello Steri, il trecentesco palazzo dei Chiaramonte sede del Rettorato, e quanto in esso vive, costituendo, appunto, un organismo vivo e pulsante. E tale nucleo, già ricco, oltre che della sua gloria architettonica, dei suoi affreschi, dei suoi graffiti, e della sua mirabile opera di restauro, di tele settecentesche, incisioni, e opere pittoriche poste nella transizione tra Ottocento e Novecento, ampliando così un arco disteso tra modernità e contemporaneità, toccando, per altro, uno dei suoi apici con la notissima "Vucciria" di Guttuso, s'irraggia sul nostro territorio dei saperi. Tale cardine, infatti, si estende nei vari siti disseminati nel tessuto urbano, naturale, geologico della città di Palermo corroborando, in tal modo, il mosaico ampio della visione culturale e pedagogica che l'Università pone come uno dei suoi fondamentali obiettivi. Allora i percorsi della storia civica, religiosa e sociale s'intersecano in un viario articolato e, per alcuni aspetti insolito, spesso poco conosciuto: dalla Cripta delle Repentine, all'Oratorio dei Falegnami alla Fossa della Garofala. E attraverso le collezioni, da Basile a Ducrot, agli scaffali ricolmi di minerali, di cere, di strumenti che hanno fatto la storia della diagnostica radiologica, ai suggestivi percorsi botanici dove veri organismi vitali costituiscono uno scrigno tra i più interessanti d'Europa e concentrato nella settecentesca Villa Giulia con le architetture e la fauna e flora condensata nell'Orto Botanico, e ancora la corsa lungo quell'organismo meccanico in cui motori, macchinari d'ogni sorta testimoniano l'evolversi dell'ingegno e della creatività fabrile, fino ai siti del cosmo universitario in cui sono stati scoperti proprio a Palermo, da Carlo Perrier ed Emilio Segrè, Nobel per la Fisica nel 1959, il Tecnezio, o, da Giuseppe Piazzi, nel 1801, l'asteroide Cerere Ferdinandea. Tutti esempi di quel 'midollo di realtà', per usare un termine caro a Pavese, che ci dice di noi, del nostro lavoro, delle nostre passioni.
Da Una Premessa di Roberto Lagalla, Magnifico Rettore dell'Università degli Studi di Palermo.